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Questa opera è come divisa in due. La parte superiore con un fondo levigato e il corpo più delineato sta a significare il cielo mistico della Vita oltre la morte fisica, e la parte inferiore ruvida e caotica è la semplice materia del mondo fisico in cui siamo immersi e da cui Cristo emerge e si solleva.
Il pannello è un altorilievo di non grandi dimensioni che si trova nel Cimitero di Gambettola.
La Resurrezione è comunque una cosa che comprende e interessa la totalità dell'essere umano compreso il corpo e quindi la materia che dà forma all'Universo mondo. Materia che si troverà in perfetta comunione ontologica con lo Spirito, a formare, in una visione di fede, l'uomo nuovo profetizzato dalla promessa messianica. È sempre difficile entrare in questi argomenti ma quando si è chiamati a fare certe cose, passano nella mente un sacco di considerazioni. L'artista si trova sempre in bilico tra la sua personale visione delle cose e la loro reale oggettiva essenza. Ad esempio il volto di Gesù.
Nessuno in due millenni di "epopea immaginativa" ha saputo affermarne l'aspetto fisico. Raffigurare il volto di Cristo è un azzardo, una forzatura storica, ma l'arte è chiamata a farlo anche se già ne conosce la disillusione. Ogni volta affiorano le stesse domande, le stesse perplessità e perché no, la stessa inappagata curiosità.
Quest'opera, per qualche motivo mi è rimasta nel cuore.